Terra nuvole ed acque

Ed. EDEL, Roma – 1970

TERRA

Passeggiata
Primavera romana
Colle Oppio
Villa Cimbrone
Cerveteri
Paestum
Burnharn Beeches
Cilento
Estate
Vissuta di sole
Paese
Il vecchio
Notte sul Reno
Novembre
Nebbie
Amburgo
Tempo di neve o di pioggia
Nevicata (St. Jame’s Park)

NUVOLE

Corse di nuvole
Non possiamo chiamarci
Sconosciuti passanti
Il tuo sorriso
Come un’agonia
E’ questa forse la morte
Oltre il cancello
Così, ti ritrovo

ACQUE

L’ora ove l’acqua tace
Sei entrato in me
Ansia mai piena
Pace d’approdi
Dolce, alta
Che sono io, un mattino di sole?
Fioriture di luce

CERVETERI

Nel tuo sonno
dovrebbe esservi
pace,
come un lento navigare
i marine profondità,
presa nel flusso delle correnti.
Eppure,
la fissità del tuo capo
– un geroglifico d’oro
e carminio –
contiene un non so che
di violento,
il tuo corpo, un ritmo
irrefrenabile
di danza.
Forse accenni a mimare
la vita
innalzando le braccia
coperte di monili
– le tue dita in un viluppo
di foglie tese
verso li cielo –
forse è la vita stessa
che invochi:
luce, suoni,
la campagna nel primo sole,
con bisce presso le fonti,
l’agguato del falco
sull’arco sonoro del vento,
le prime rose tra il calcare
che acceca.
Non bastano
ampolla d’alabastro,
monete di rame,
collane non bastano
a pagare il prezzo del traghetto
oltre il fiume
della memoria.
Perché tu ricordi,
e il tuo corpo contiene
violenza,
e violenza sono i tuoi occhi
d’ambra torbida.
Dovrebbe esservi pace
nel tuo sonno:
ma nel sepolcro che trasuda
veleni di muschio,
dai muri, da ogni spazio che lascia
la terra,
irrompono mille oceani,
turbina il cielo,
e l’ape, nel cavo delle tue orecchie,
depone
miele di voci…
Avaro richiamo.
Ti basta
per non morire.
Per non dimenticare.

VISSUTA DI SOLE

Guarda:
Questa è la pietra
vissuta di sole.
Ancora ne conserva
il calore.
Sentila contro
la carne:
palpita,
brucia.
Noi viviamo
di essa
fatta grumo
di calce,
saziamo il nostro cuore
di ciclopi.
Senti al tocco
della mano
il riverbero
estenuarsi:
in te si trasfonde
una parte di luce.