Una delle forme di libertà che viene concessa oggi è viaggiare, per vedere e conoscere, per scoprire ciò che manca alla nostra vita, e possibilmente imparare l’emozione dello scambio di interiorità. Liliana Macera ha molto viaggiato perché voleva molto vedere, scoprire, imparare, per la sua arte e per la sua interiorità di donna impegnata e di artista creativa. Il mondo è entrato nella sua sfera mentale e sentimentale, l’ha accresciuta di valori invisibili all’apparenza ma veicolati dalla sua personalità ricettiva e sensibile nel prodotto della sua espressività. Foto, memorie, sensazioni, un turbinio di immagini che finivano poi sempre a racchiudersi nell’universo protetto ed esclusivo, il buen retiro della sua anima appassionata: la sua casa sul mare a Lido dei Pini. Qui l’ambiente la riportava alla naturalità e domesticità dei rapporti, ma anche alla casualità prodigiosa dell’happening: il messaggio in bottiglia affidato all’oceano da un marinaio americano che aveva perduto la sua donna. Dopo un periplo di mesi le correnti l’avevano portato sulla battigia proprio davanti alla casa dove l’artista trascorreva le sue giornate di libertà. Coincidenze? Forse. Predestinazione al miracolo, alla meraviglia inattesa, o dono gratuito per animare racconti, per compiere l’eterno sortilegio della materia che diventa favola, del prosaico che si fa poesia, del quotidiano che si trasforma in eternità.
Tutte queste cose, semplici e straordinarie, vere e sognanti, formano l’arte e la vita di questa multiforme artista.
Fulvio Di Lieto