di Andrea di Furia
È da apprezzare che Andrea di Furia abbia deciso di riproporre ai suoi fedeli lettori un seguito del fortunato Mail da Furbonia, i cui umori sulfurei tuttora evaporano dagli scaffali delle librerie dove è custodito il volume contenente lo scabroso carteggio e-mail tra il giovane diavolo Giunior Dabliu e suo zio Malacoda.
Lo zio era finito in Purgatorio per una serie di fatti e misfatti che presso l’Arcontato delle Tenebre ne avevano minato la credibilità nel suo ruolo canonico di mefistofelico professionista della tentazione ai danni delle gustose seppure addormentate caviucce umane nel paludoso sottobosco animico del quinto piccolo eone tecnologico postatlantico, ovvero nella sua opera di perversione esiziale dei figli dell’uomo abitanti quel “ciottolo orbitante” chiamato Terra.
Se l’autore del presente lavoro insiste nel proporci un ulteriore carteggio tra diavoli è perché, sempre per quella debolezza tipica dei geni, Giunior Dabliu, essendo anche demonio, pecca di distrazione, nel consentire indebite interferenze e intercettazioni delle sue mail, e di diabolica perseveranza nel diffondere confidenze piccanti e rivelare a un occhio indiscreto i piani quinquennali di satanica libidine distruttiva messi a punto dal Black Team, una squadra speciale di guastatori infernali, tutti laureati e con master in damnatio administration conseguito presso l’università subnaturale di Furbonia, frequentata a suo tempo anche da Giunior Dabliu e dalla sofisticata Vermilingua.
Ora la diavolessa col penchant intellettuale, dopo la laurea e il master, è nella redazione del Daily Horror Chronicle, il prestigioso quotidiano infernale, di cui il brillante Giunior Dabliu è corrispondente esterno. Il fatto che i due giovani diavoli appena laureati e dopo aver finito il master siano stati assunti in pianta stabile, a tempo indeterminato, con tutte le garanzie e tutele amministrative, sconfessa i detrattori della condizione infernale, che non conosce precariato e disoccupazione.
È di estremo interesse leggere la corrispondenza in rete tra il giovane inviato speciale del Daily Horror e l’emancipata redattrice Vermilingua. Ne esce un quadro allucinante, non della condizione infernale bensì della civiltà umana, arrivata al punto omega della perversione, e pare di capire dai commenti e dalle considerazioni dei due sulfurei giornalisti che gli uomini e le donne del pianeta, definiti con un certo azzardo semantico “le appetitose vittimucce”, siano nella realtà della cronaca più diabolici degli stessi diavoli, e hanno fatto tutto da soli.
È il caso di dire che gli allievi hanno superato i maestri, e che la mattanza di anime progettata dalla corrosiva università della perdizione stia avvenendo per autoesecuzione, senza eccessivo intervento della sanguinolenta nomenclatura dirigente degli inferi, che avrà così trionfato senza troppa fatica sul Nemico Celeste e le di Lui Gerarchie.
L’uomo ha fatto harakiri, rinunciando alla propria libertà e divinità per un pacchetto di derivati.
È infatti la corruzione in ogni campo, individuale e sociale, che ha portato la civiltà umana al punto di non ritorno dell’imbarbarimento cui è pervenuta, e Giunior Dabliu lo rivela nelle sue e-mail, attribuendo ai gestori della cosa pubblica, allo Stato unitario onnipervasivo, di «causare distruzione, provocare avversione, instillare paura e stimolare l’odio nell’economia, nella politica e nella cultura, intrecciandola con nodi sempre più stretti e soffocanti al carro della gestione autocratica della società umana».
Le soluzioni? Sono tante e geniali. Prima fra tutte la tripartizione dell’organismo sociale secondo le tre aree di competenza culturale, giuridica ed economica. Soluzioni che, rovesciate, ci fornisce lo stesso Giunior Dabliu nel succoso scambio epistolare con la sua collega Vermilingua.
Il neo corrispondente del media deviato Daily Horror Chronicle, rivelando con icastico zelo le strategie, neppure tanto occulte, dell’Arcontato delle Tenebre per dannare la creatura umana, delinea allo stesso tempo le contromosse che l’uomo divenuto cosciente del proprio compito, ispirato dalle Armate Celesti guidate da Michele, potrebbe mettere in campo per risolvere a proprio definitivo vantaggio la millenaria, anzi multieonica contesa tra il Male e il Bene.
Naturalmente, in piena autonomia di scelta tra dannazione e redenzione. Ecco perché questo libro è un vero vademecum per aiutare la società umana a uscire dall’inferno in cui si è autoreclusa.
Stranamente, ma non poi così tanto, l’inviato Giunior Dabliu, per distrazione (o intenzione?), come il Mefistofele di Goethe, incarna «quella forza che sempre vuole il male e sempre il bene crea».
Per questo dalle pagine del libro non esala zolfo ma un forte odore di libertà: dalle pastoie della finanza creativa, dalla politica rapace e inconcludente, dalle fughe di greggio e di capitali, dalle pandemie pompate, dalle scie chimiche e dalle Torri di Babele che ci tolgono il Cielo.
Se le vie dell’Inferno sono pavimentate di umane buone intenzioni mancate, vuoi vedere che quelle che riporteranno l’Uomo al Paradiso sono lastricate delle distrazioni di un buon diavolo di reporter?
Fulvio Di Lieto